Il Coaching come strumento di crescita personale e professionale
In questo mio primo articolo per il blog voglio partire da un argomento che mi sta davvero molto a cuore: raccontare che cos’è e a cosa serve il Coaching. Mi piacerebbe, in particolare, raccontarti: i) le enormi potenzialità e i benefici che si nascondono dietro un percorso di Coaching professionale, secondo gli standard di qualità e di condotta etica dettati dall’International Coaching Federation (ICF), l’associazione internazionale di Coaching più grande al mondo e, ii) quali sono le principali caratteristiche che differenziano quest’ultimo da altre discipline, così da chiarire un po’ di aspetti che ancora oggi generano confusione.
5 cose che devi davvero sapere sul coaching
1. IL COACHING È LIBERARE IL POTENZIALE CHE C’è IN OGNUNO DI NOI
Come anticipavo all’inizio, ancora oggi si fa molta confusione tra il Coaching e altre discipline, quali ad esempio il counseling, il tutoring, la psicologia e la psicoterapia, il mentoring, ognuna con le proprie specificità e i propri contributi unici, ma differenti dal Coaching e dal contributo che può portare a persone e organizzazioni. Mi riferisco, in particolar modo, all’ambito dello sviluppo delle potenzialità e del miglioramento delle performance (individuali e di team).
Di cosa stiamo parlando in poche parole?
Ecco una definizione per punti che ogni Coach professionista dovrebbe dare ai/ alle suoi/ sue Clienti, o meglio Coachee.
Il Coaching è:
- relazione paritaria tra Coach e Coachee (*1);
- sospensione di giudizio;
- astensione dal consiglio;
- riservatezza;
- fiducia.
(*1) Il/ la Coach non è un/ una espert* di una determinata materia, è espert* soltanto del processo di Coaching.
Il Coaching non è:
- terapia;
- relazione di aiuto;
- consulenza;
- formazione;
- mentoring;
- counseling.
Perché porre l’attenzione su cosa non è il Coaching? Perché è importante sapere fin dal principio, che in un percorso di Coaching il ruolo del/ della Coach non è quello di dare consigli, di trovare soluzioni ai problemi o di trattare patologie, ma il ruolo del/ della Coach è quello di accompagnare il/ la Cliente in un viaggio che gli/ le permetterà di raggiungere una determinata meta partendo dalla situazione in cui si trova oggi.
Nel Coaching si osserva attentamente dove si trova il/ la Cliente oggi e si definisce insieme ciò che il/ la Cliente è dispost* a fare per raggiungere la meta in cui vorrebbe trovarsi domani.
Stephen Covey nel suo libro “Le 7 regole per avere successo” afferma: “Salire la scala è la parte più semplice nel processo per il raggiungimento di un obiettivo; il vero ostacolo sta nell’assicurarsi che la scala sia appoggiata contro il muro giusto”.
Il/ la Coach ha proprio il ruolo di accertarsi che il muro sia quello giusto e attraverso l’utilizzo di domande (potenti), strumenti e conoscenza professionale del processo accompagna il/ la Coachee di sessione in sessione verso il raggiungimento del suo obiettivo.
Ma qual è quindi la definizione di questa disciplina?
Il Coaching secondo Sir John Withmore.
“Il Coaching è liberare il potenziale delle persone per massimizzarne le loro performance.”
Sir John Withmore
Credo che non esista una definizione più chiara di questa, d’altronde, Sir John Withmore non è altro che il padre fondatore del coaching moderno. 🙂
Cos’altro aggiungere?
“Il Coaching è supportare le persone perché facciano crescere sé stesse e le proprie performance, chiariscano il loro scopo e la loro vision, raggiungano i propri obiettivi e realizzino il proprio potenziale. Fare coaching vuol dire rendere accessibile il potenziale delle persone perché massimizzino le proprie performance. Significa aiutare ad apprendere, e non insegnare”.
Sir John Withmore
Il Coaching è esattamente questo, accompagnare il/ la Cliente in un viaggio alla scoperta di se stess*, delle proprie convinzioni e credenze, delle proprie risorse e abilità, dei propri valori. E’ un viaggio che porta a chiedersi chi sono oggi e chi voglio essere domani, qual è lo scopo della mia vita, che impatto voglio dare al mondo. Tutte queste sono domande che io stessa mi sono posta nel corso degli ultimi anni e che ad un certo punto della mia vita sono state la chiave di volta per intraprendere nuovi percorsi e soprattutto per prendere nuove decisioni.
Il Coaching secondo l’International Coaching Federation.
L’International Coaching Federation definisce il Coaching “una partnership con i clienti che, attraverso un processo creativo, stimola la riflessione, ispirandoli a massimizzare il potenziale personale e professionale. Grazie all’attività svolta dal Coach, i Clienti sono in grado di apprendere ed elaborare le tecniche e le strategie di azione che permetteranno loro di migliorare sia le performance che la qualità della vita.”
Il/ la Coach, pertanto, grazie al processo di Coaching, lavora sulle potenzialità e performance del/ della Coachee, accompagnandol* in un processo di trasformazione e di sviluppo sia in ambito personale che professionale.
2. IL COACHING È UN’ALLEANZA DI FIDUCIA
Il/ la Coach è consapevole e crede fermamente che ogni persona sia capace, dotata di risorse e qualità, ricca di potenzialità, per perseguire e raggiugere i propri obiettivi in autonomia e pertanto non necessiti di alcun insegnamento se non essere accompagnat* in un viaggio di scoperta ed esplorazione di sé stess*.
È su questo importante principio che si fonda l’alleanza di fiducia tra il/ la Coach e il/ la Coachee.
3. IL COACHING È APPRENDIMENTO E MIGLIORAMENTO CONTINUO
Una delle domande che pongo ai/ alle miei/ mie Coachee alla fine di ogni sessione è: qual è l’apprendimento che ti porti a casa oggi da questa sessione? Una domanda molto importante, che permette al/ alla Coachee di capire quali sono stati gli apprendimenti della sessione e come questi apprendimenti potranno supportarl* nel raggiungimento dei suoi obiettivi, ma permette anche al/ alla Coach di comprendere se la direzione presa sia quella giusta.
4. IL COACHING È CONSAPEVOLEZZA E AUTODISCIPLINA
In che modo il Coaching può generare consapevolezza? Nell’ambito di un percorso, come già illustrato al punto 1, il/ la Cliente esplora se stess*, i suoi valori, le sue convinzioni, le sue capacità, i suoi interessi. Impara a riconoscere profondamente chi è e chi vuole davvero essere (e questo può valere sia nell’ambito personale che professionale). Questo genera inevitabilmente profonda consapevolezza sulla persona e sul/ sulla professionista. E l’autodisciplina invece? L’autodisciplina è la capacità di vivere la propria vita secondo i propri principi, valori, obiettivi, riuscendo a mantenere sempre alta la motivazione nonostante possano manifestarsi ostacoli lungo il percorso. L’autodisciplina è l’ingrediente magico che ci permette di perseguire con tenacia e determinazione i nostri obiettivi, affrontando e superando ostacoli e impedimenti.
5. IL COACHING SODDISFA I BISOGNI DI AUTOREALIZZAZIONE
Come si inserisce in questo contesto il concetto di autorealizzazione? Per rispondere a questa domanda dobbiamo fare un piccolo passo indietro e introdurre brevemente il concetto di “gerarchia dei bisogni”, così come introdotto dallo psicologo americano Abraham Maslow negli anni ’40.

Maslow, ricorrendo ai diversi livelli della piramide, ci racconta qual è la gerarchia dei bisogni dell’uomo, illustrandoci come fino a quando un bisogno non viene soddisfatto non si ha la necessità di passare al livello successivo.
Di quali bisogni stiamo parlando?
Intanto, alla base della piramide troviamo “acqua e cibo”, i bisogni di sopravvivenza. Successivamente, il bisogno più forte che sentiamo è quello di assicurarci un riparo, avere dei vestiti, una casa, sentirci al sicuro. È soltanto quando abbiamo soddisfatto questi bisogni fisiologici che passiamo a quelli sociali e, in particolare, al bisogno di sentirsi parte di una comunità, di un gruppo (famiglia, amici, colleghi, ecc.). Gradualmente passiamo al bisogno di sentirci ammirati, stimati, di avere conferme dall’esterno.
È da questo momento in poi che le cose iniziano davvero a cambiare. Siamo nella situazione in cui non è più sufficiente essere stimati e riconosciuti ma abbiamo bisogno di altro, abbiamo bisogno di avere fiducia in noi stess*, abbiamo bisogno di autostima. E infine, l’apice della piramide, l’autorealizzazione, ovvero la necessità di dare un significato e uno scopo alla propria vita, di avere un impatto positivo nel mondo.
Il Coaching in questo contesto è il processo che può supportare e accompagnare il/ la Coachee nel raggiungimento di quel senso di autorealizzazione.
CONCLUSIONI
Spero che questo articolo ti abbia chiarito un po’ di dubbi e abbia instillato in te una maggiore curiosità sul tema. Se sì, iscriviti alla mia newsletter per non perdere i prossimi articoli!
E ricorda che un percorso di Coaching fa per te se desideri:
- scoprire le tue attitudini, raggiungere determinati obiettivi o migliorare il tuo senso di autorealizzazione;
- lavorare sul piano emotivo o relazionale;
- cambiare una situazione personale, professionale o semplicemente migliorarla;
- sviluppare al meglio il tuo potenziale e raggiungere così gli obiettivi desiderati.
Se vuoi saperne di più, visita la pagina del mio sito per scoprire i miei percorsi individuali, dedicati in particolar modo all’empowerment femminile, allo sviluppo di carriera e alla leadership femminile, e aziendali (individuali e di team), per favorire ambienti di lavoro di qualità, orientati al benessere delle persone.
Alla prossima,
Rosy