Il Modello GROW: lo strumento del Business Coaching

Il Modello GROW: lo strumento del Business Coaching

Modello GROW: lo strumento chiave del Business Coaching

Il coaching aziendale, o più comunemente noto come Business Coaching, è ormai diventato una risorsa importante per molte organizzazioni, tanto che l’87% delle aziende investe in percorsi di coaching aziendale.

C’è chi lo utilizza in modo tradizionale per incentivare la formazione continua, e chi si affida a questo strumento per supportare i processi di Talent Management & Development, agendo sul reskilling e l’upskilling dei/delle propri/proprie collaboratori/trici. 

Il Business Coaching diviene quindi un’opportunità per rispondere alla necessità di riservare più attenzione al benessere delle persone in azienda, offrendo opportunità di sviluppo professionale, ma anche personale.

Per le organizzazioni, prendersi cura della crescita delle proprie risorse e supportarle nel loro percorso di sviluppo del potenziale, diviene il punto di partenza per trattenere i talenti e farli crescere.

In questo contesto, il Business Coaching diviene uno strumento molto potente per promuovere benessere e generare vantaggi significativi. Ma anche un’occasione per predisporre le persone a una maggior apertura verso i processi di business e le politiche aziendali di cambiamento. Il coaching aiuta ad apprendere in autonomia, creando le condizioni necessarie per migliorare, crescere e raggiungere i propri obiettivi.

Ma ora, addentriamoci nell’analisi di uno dei modelli di coaching più famosi: il modello G.R.O.W. di John Whitmore.

Che cos’è e a cosa serve il modello G.R.O.W.

Secondo la definizione di John Whitmore, il padre fondatore del coaching moderno, il coaching è uno strumento finalizzato a “liberare il potenziale delle persone per massimizzare la loro performance”. 

Il coaching è quindi un processo di consapevolezza, di conoscenza di sé e di crescita, che guida e supporta la persona nell’espressione di potenzialità, a volte latenti, che senza i giusti strumenti non troverebbero terreno fertile per emergere. Si tratta di un percorso evolutivo che avviene attraverso fasi, sintetizzate da John Whitmore nel Modello G.R.O.W.

Il modello si basa sull’approccio psicologico sistemico relazionale, secondo cui ogni essere umano è collocato in un sistema aperto, in cui tutti gli elementi sono in interazione tra loro e producono risultati in quel preciso sistema e nell’ambiente circostante. L’approccio sistemico, quindi, considera l’individuo inserito nel contesto relazionale, sociale e culturale.

Lo scopo del modello è quello di accompagnare il/ la coachee verso il raggiungimento di un obiettivo, esprimendo a pieno il proprio potenziale e accedendo a risorse sconosciute . Il compito del/ della coach, infatti, non è di offrire soluzioni pronte all’uso, bensì di guidare il/ la coachee nella ricerca autonoma di soluzioni funzionali al raggiungimento del suo obiettivo.. 

L’applicazione del modello G.R.O.W. si basa su due aspetti fondamentali: aumentare la consapevolezza della persona rispetto alla sua situazione attuale e responsabilizzare circa le azioni da mettere in atto per raggiungere obiettivi personali e professionali.

Le 4 fasi del Modello G.R.O.W.

Concretamente, il modello G.R.O.W. prevede di attraversare 4 distinte fasi: Goal, Reality, Options, Will. Ognuna di queste è orientata a massimizzare la qualità della prestazione, facendo leva sui processi motivazionali interni della persona, sulla fiducia e sulla volontà di raggiungere in modo autonomo i propri obiettivi.

Inoltre, l’applicazione del modello incentiva l’individuo a utilizzare risorse interiori e di contesto, utili a tracciare un percorso chiaro verso la meta desiderata e a valutare l’efficacia delle proprie azioni.

GOAL - LA FASE 1 DEL MODELLO G.R.O.W.

“Qual è l’obiettivo del percorso di coaching?”

Nel modello G.R.O.W. la definizione degli obiettivi viene effettuata prima della fase di analisi della situazione attuale in cui si trova il/ la coachee. Si tratta di una scelta che permette alla persona di visualizzare il risultato da raggiungere, ancor prima di aver preso coscienza della sua situazione di partenza e degli ostacoli che incontrerà sul percorso. 

Questa fase è una delle più impegnative e importanti, poiché la corretta definizione dell’obiettivo, sia nel breve che nel lungo periodo, determina la qualità e la buona riuscita di tutto il percorso di coaching. Le mete che le persone si prefiggono, spesso, non sono obiettivi ben strutturati e non prevedono la definizione di piani d’azione studiati e sostenibili

È fondamentale, pertanto, richiamare all’attenzione il ruolo cruciale dell’obiettivo e la definizione dello stesso. Gli obiettivi basati solo sulla realtà rischiano di essere negativi, poiché rappresentano la risposta a un problema. Quelli creati valutando le soluzioni ideali a lungo termine e/o la vision, accompagnati dalla definizione di tappe realistiche da compiere per raggiungerli, sono molto più motivati, creativi e ricchi di ispirazione, come afferma lo stesso Whitmore.

Gli obiettivi di performance, quindi, si trovano sotto il controllo dell’individuo e il loro raggiungimento contribuisce allo sviluppo dell’autoefficacia, strumento fondamentale per il miglioramento della prestazione.

Come illustrato nell’articolo “7 regole chiave per definire un obiettivo. Da SMART a SMART-ER”, gli obiettivi devono essere: SMART (intelligenti), PURE (puri) e CLEAR (chiari).

REALITY - FASE 2 DEL MODELLO G.R.O.W

“Quali sono le condizioni in cui si trova il/ la coachee in questo momento in termini di ostacoli, vincoli, opportunità?”

Come abbiamo anticipato, esiste una relazione importante tra la fase “Goal” e la fase “Reality”. Nella prima, infatti, si raccolgono informazioni sulla “situazione ideale” del/ della coachee, su ciò che vorrebbe ottenere. Nella seconda, invece, si passa alla raccolta di informazioni e dati riferiti alla “situazione attuale”, quella in cui si trova la persona.

In questa fase, è fondamentale assumere un punto di vista oggettivo e neutrale, al fine di raccogliere informazioni rappresentative sulla “scena reale” e non sulla “scena ideale” in cui il/ la coachee vorrebbe trovarsi. 

Grazie a questo processo, il/  la coachee ha la possibilità di:

  • chiarire il proprio obiettivo e comprendere “dove vuole andare”;
  • prendere consapevolezza di “dove si trova” nel momento presente;
  • assumere la responsabilità delle azioni che contribuiranno a portarl* dalla situazione attuale a quella desiderata;
  • maturare un atteggiamento proattivo e motivato, indipendentemente dalla sua scena “attuale”.

È bene sottolineare che nella “realtà attuale” confluiscono sia la situazione concreta e oggettiva, che le convinzioni e credenze soggettive. Per questo, il/la coach ha il compito di guidare la persona verso un cambiamento di punto di vista, per entrare in contatto con un quadro chiaro e specifico della realtà vissuta e con nuove possibilità di azione.

OPTIONS - LA FASE 3 DEL MODELLO G.R.O.W

Quante e quali opzioni sono a disposizione del/della coachee per raggiungere l’obiettivo?

In questa fase è importante abbandonare limiti auto-imposti e pregiudizi per prendere in considerazione tutte le possibili strade da percorrere. Occorre stimolare la persona a proporre una pluralità di alternative, senza andare alla ricerca della risposta corretta.

Si tratta di una fase in cui la quantità delle opzioni proposte dal/ dalla coachee è più importante della loro qualità, poiché è necessario stimolare il pensiero creativo e la definizione di soluzioni nuove. Solo successivamente verranno selezionate le opzioni migliori, analizzandone le possibili implicazioni.

Per agevolare il processo maieutico, il /la coach può ricorrere alle cosiddette domande potenti:

  • che cos’altro puoi fare per ottenere il risultato che ti sei prefissat*?
  • quali risorse, oltre quelle che possiedi, puoi sviluppare per ottenere il risultato che desideri?
  • nel caso in cui dovessi trovare una difficoltà, qual è la prima cosa che potresti fare per superarla?

WILL - LA FASE 4 DEL MODELLO G.R.O.W

Tra quelle disponibili, quale via si sceglie di percorrere e come? Quali comportamenti dovranno essere messi in atto? Quali competenze dovranno essere sviluppate? In quali tempi?

A partire dai punti definiti in precedenza, il/ la coach e il/ la coachee dovranno definire un percorso di azioni concreto e specifico per raggiungere il risultato desiderato. È possibile definire quest’ultimo passaggio del processo come “fase della volontà”, poiché rappresenta l’espressione dell’intenzione della persona. Il/ la coach ha infatti responsabilità sulle sessioni di coaching e sul processo, ma non può agire al posto del/ della coachee.

Il piano d’azione (PdA) è sempre costruito sulla base dell’obiettivo da raggiungere, ed è fondamentale verificare che le azioni che si stanno per intraprendere siano effettivamente orientate nella giusta direzione. Un PdA può comprendere una o più delle opzioni rilevate nella fase precedente e deve sempre stabilire l’arco temporale entro cui è necessario passare da un piano ideologico a uno reale.

All’interno del piano d’azione, inoltre, è indispensabile analizzare e inserire eventuali ostacoli che potrebbero invalidare la possibilità di raggiungere la meta desiderata.

le domande potenti del modello g.r.o.w.

Come abbiamo visto, il modello G.R.O.W. si basa su una sequenza strutturata di domande utili a orientare il /la coachee verso il percorso da intraprendere, a individuare gli obiettivi da raggiungere, gli ostacoli da superare, il livello di motivazione e le azioni fondamentali da compiere. Il modello, attraverso una metodologia basata su domande potenti, aiuta la persona a comprendere e migliorare l’approccio e la qualità delle proprie azioni, e a diventare responsabile delle scelte grazie a un processo autonomo di apprendimento.

Il modo in cui vengono costruite le domande permette di raggiungere la consapevolezza della situazione attuale, per spostarsi verso opzioni alternative, e individuare quelle più funzionali al raggiungimento di un obiettivo e di un futuro desiderato.

esempi di domande potenti

Fase 1- GOAL

  • Su cosa ti piacerebbe lavorare?
  • Quali sono i vantaggi per te nel raggiungere questo obiettivo?
  • Cosa accadrà se raggiungi il tuo obiettivo.

Fase 2- REALITY

  • Quali azioni hai intrapreso finora?
  • Cosa ti spinge e ti motiva verso il tuo obiettivo?
  • Cosa ti è d’ostacolo?

Fase3- OPTIONS

  • Quali opzioni/risorse/strumenti hai per raggiungere il tuo obiettivo?
  • Cos’altro potresti fare, oltre a ciò che hai già fatto finora?
  • Quali sono i principali vantaggi e svantaggi di ciascuna opzione?

Fase 4- WILL

  • Su quali opzioni sceglierai di agire?
  • Quando inizierai ogni azione?
  • Cosa ti impegnerai a fare?

conclusioni

Abbiamo visto come l’applicazione del Modello G.R.O.W. nel percorso di coaching aiuti innanzitutto a prendere consapevolezza del divario tra dove ci si trova “oggi” e dove si vorrebbe essere. Puntando sullo sviluppo del potenziale, infatti, ha come obiettivo quello di guidare le persone in un percorso di crescita professionale e personale che, grazie alla definizione di un piano d’azione solido e strategico, conduce verso il raggiungimento di obiettivi, sia propri che professionali.

Il percorso di coaching e l’applicazione della sua metodologia consente di valorizzare ciascun individuo, riconoscendo l’importanza del potenziale umano, delle peculiarità di ognuno, degli obiettivi e del benessere. È un processo fondamentale per sviluppare una chiara visione del futuro desiderato, fondata su una vera e propria mappa all’interno della quale muoversi per conquistare i propri traguardi. 

Se anche tu desideri raggiungere i tuoi obiettivi e vuoi sfruttare il coaching come metodo per favorire il tuo sviluppo personale e/o professionale, fissa una chiamata conoscitiva gratuita e valutiamo insieme il percorso giusto per te.

A presto,

Rosy

Fonti bibliografiche:

  • Coaching: Come risvegliare il potenziale umano nella vita professionale e personale, John Whitmore, Unicomunicazione.it; 5° edizione)

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Ciao, sono Rosy, Business CoachCareer Coach, Consulente di Carriera, Assessor in Intelligenza Emotiva e formatrice, specializzata in empowerment individuale, femminile e organizzativo, membro e coach accreditata dell’International Coaching Federation. Mi occupo di Women Empowerment Coaching, percorsi di coaching per donne professioniste, dedicati all’empowerment femminile, allo sviluppo di carriera e alla leadership, Performance & Business Coaching, percorsi di coaching per aziende pensati per facilitare la creazione di ambienti di lavoro equi e sostenibili e assessment scientificamente validati di Intelligenza Emotiva.

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